giovedì 9 ottobre 2014

LA FRANCIA E L'OMOFOBIA

E' recente la legge che permette ai francesi di sposarsi. Un traguardo che, in effetti, ha incontrato diverse resistenze.
Il romanzo "Il caso di Eddy Bellenguele" che vado a recensirvi, permette, in parte, di comprendere le ragioni delle polemiche. La storia è quella di un ragazzo, classe '92, cresciuto in una cittadina della Francia settentrionale che affronta un difficile percorso di accettazione. Una vita in salita per Eddy, che si ritrova, sin da piccolo a fare i conti con l'omofobia e il maschilismo del sottoproletariato. Nel leggere il romanzo, crudo e denso di carica emotiva, viene da chiedersi: "ma sta parlando della  Francia del ventunesimo secolo?". Le difficoltà del protagonista trovano una soluzione con la vera e propria fuga da una realtà che fatica a cambiare. Questo racconto di vita, infatti, non solo emoziona ma ci porta anche a riflettere su quanto ci sia ancora da fare sul piano sociale e dei diritti. Soprattutto se si considerano i paesi del meridione, dove mentalità simili a quelle presenti nel libro, sono ancora ben presenti. L'associazionismo, attualmente, può essere utile soprattutto a coloro che provengono dalla provincia e che faticano ad accettare la propria condizione a causa del contesto non certo favorevole, per questo colgo l'occasione per ringraziare realtà come Meladailarianza o Le rose di Gertrude che operano per cambiamento nei centri più piccoli, dove in effetti c'è più bisogno.
Vi propongo un piccolo estratto dal libro per "stuzzicarvi l'appetito": 
“Lo sputo è colato lentamente sulla mia faccia, giallo e denso, come il catarro sonoro che ostruisce la gola dei vecchi o dei malati, dall’odore forte e nauseabondo. Le risa acute, stridenti, dei due ragazzi "Guarda ha la faccia piena quel figlio di puttana". Mi cola dall’occhio fino alle labbra, mi entra in bocca. non ho il coraggio di asciugarmi. Potrei farlo, basterebbe passarci su la manica. basterebbe una frazione di secondo, un gesto minimo perché lo sputo non entrasse in contatto con le mie labbra, ma non lo faccio, per paura che quelli si sentano offesi, per paura che si arrabbino ancora di più.” 

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